Pagina:Diario di Nicola Roncalli.djvu/685


1870 659

Alle 10 il fuoco di artiglieria e moschetteria cessò e si videro bandiere bianche, sulla croce del cupolino di S. Pietro, all’Angelo di Castello.

Circa il mezzo giorno alcune compagnie dei bersaglieri giunsero nell’interno della città e stazionarono a piazza Colonna 1.

Grida ed acclamazioni entusiastiche, abbracci fraterni, bandiere tricolori improvvisate, nastri.

Intanto i gendarmi, che erano acquartierati a S. Marcello, non sapendo nulla della resa, non vollero sopportare con pazienza alcuni insulti che vennero loro fatti da una turba di popolo che si era data a trascorrere la città festevole e fecero fuoco. Ne seguì un trambusto con varii feriti.

Presso i Crociferi il popolo si scagliò contro una frazione di artiglieria e zuavi e li disarmò completamente impadronendosi di un pezzo, e questo, e le sciabole, i fucili e i revolvers portarono per il Corso, trionfalmente.

Fu tolta a quelli la bandiera pontificia, fatta a brani, calpestata e gettata in una chiavica.


    dava l’assalto alla breccia. Il tenente Augusto Valenziani, romano, cadde alla barricata di porta Pia.
          Il generale Cadorna narra che «alla breccia la bandiera bianca o non essendo stata innalzata, o non veduta, avveniva ancora qualche conflitto coi difensori postati alla villa Bonaparte, finchè contr’essi si arresero in numero di 120 circa» (Relazione citata, pag. 34).

  1. I primi ad entrare in Roma furono il 19° e il 41° reggimento di fanteria e il 34° dei bersaglieri che occuparono il Quirinale, piazza del Popolo e il Pincio.