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sistenza. Si dice che i cardinali Di Pietro e Mertel furono di contrario parere.

L’inviato italiano aveva preso alloggio all’albergo della Minerva, dove ricevette una quantità di biglietti e, uscendo, era sempre salutato da una folla di Romani.

Stabilitosi dal Governo pontificio di resistere alla armata italiana, si ordinarono fortificazioni ai bastioni di Castel S. Angelo.

12. — Allorchè giunse la notizia che Napoleone era caduto prigioniero dei Prussiani, col grosso dell’esercito, i clericali si abbandonarono ad una sfrenata e scandalosa letizia.

Circa 10 preti entrarono nel caffè Ferrucci, in piazza della Valle, tutti lieti, ordinarono granite e paste, ed uno lesse ad alta voce l’articolo del giornale che ne riportava la notizia, tra i sarcasmi più bassi. Alla fine, tutti uniti, gridarono: «Finalmente è caduto questo infame».

14. — Si assicura che Orvieto, Viterbo, Alatri, Frosinone ed altri luoghi adiacenti già sieno occupati quasi pacificamente, essendosi le piccole guarnigioni pontificie ritirate per concentrarsi sulla capitale.

Alcuni impiegati governativi di quei luoghi si recarono a Roma.

Dovunque si fecero dimostrazioni di giubilo allo ingresso degli Italiani.

Ieri sera si temeva una rivoluzione nell’interno, allo scopo di prendere il forte di S. Angelo. Si po-