Pagina:Diario di Nicola Roncalli.djvu/671


1870 645

spensabile il ritiro delle truppe, e che dall’Italia si faranno nuovi tentativi per invadere la capitale; ma essi non solo li respingeranno, ma, trionfanti, entreranno nelle Romagne, nelle Marche, rivendicando tutti i paesi usurpati.

31. — Ieri Kanzler chiamò a sè tutti i capi di corpo per concertare l’occorrente. La base è di respingere la forza colla forza. Il colonnello dei cacciatori esteri fece qualche osservazioue sulla inutilità di tale spargimento di sangue, sullo scoraggiamento delle truppe e sulla disparità delle forze.

De Charrette rispose che gl’inimici si combattono senza numerarli.

Alcuni zuavi dissero, a tal proposito, dentro pubblici luoghi, che la disparità di numero cessava quando si riflettesse che ogni zuavo può misurarsi con 50 soldati italiani.

Corre voce che il Papa, nel ricevere l’annunzio del ritiro delle truppe, si abbandonò ai soliti impeti di collera, maltrattando il dispaccio, rovesciando oggetti della sua camera, calpestandoli, e che rivolgesse parole aspre ed ironiche all’ambasciatore di Francia.

Nella notte susseguente il Papa, per l’urto nervoso, non potè prendere riposo. Quindi il giorno seguente era di umore pessimo e minacciava di andarsene via da Roma.

Per Roma si dice che i Francesi, partendo da Civitavecchia, si strapparono dal petto la medaglia di Mentana e, gettandola in mare, gridarono: «Morte al Papa, viva la Francia e l’Italia».