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per il Corso, ci avvertirono che il grande atto era stato consumato.

La sera, senza perdere tempo, i vescovi francesi e molti di altre nazioni se ne partirono, quasi tumultuariamente.

Si assicura che ieri è partito da Roma il conte Trauttmansdorff, ambasciatore d’Austria, e si dice che seguiranno il di lui esempio quello di Francia ed altri rappresentanti diplomatici.

Tale partenza si vorrebbe come conseguenza della proclamazione del dogma dell’infallibilità, contro il quale i diversi Governi avevano protestato.

25. — La mattina che fu proclamata la infallibilità caddero tre fulmini dentro la città. Uno al Pincio, presso la caserma dei veterani, che danneggiò il muro ed alquanto pure la palma americana che è sul vicino piazzale, un altro a via Condotti, presso il palazzo Lepri, che similmente recò danno al muro esterno, ed il terzo ai Monti, il cui elettricismo fece cadere in terra un fanciullo.

Il primo, che fu il più strepitoso, cadde nel momento che intuonavasi a S. Pietro il Te Deum. Pose tale sgomento che i palatini dicono esser stati sul punto di fuggire dalla Chiesa.

La Polizia, nelle attuali condizioni di cose, adottò misure di rigore sulle persone provenienti dal regno d’Italia.

Ad un individuo, giunto ier l’altro, creduto sospetto, furono accordate sei ore di dimora.

I clericali e l’esercito sono sicuri che l’alleanza dell’Italia colla Francia avrà per conseguenza indi-