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1868 | 613 |
Nel giorno 23 mori di tifoide, in età di anni 29, Cesare Fracassini, che meritamente si acquistò fama di valente pittore.
Al merito artistico associava tutte le qualità personali per essere universalmente stimato ed amato.
Quindi i suoi ammiratori ed amici divisarono di tributargli un omaggio di stima ed affezione associando il cadavere.
Chiesero il permesso a monsignor Randi e fu loro negato.
Si appellarono al Papa e S. Santità fece rispondere che potevano pure eseguire l’associazione, e dicessero a monsignor Randi che il permesso lo avea dato egli stesso.
Il Papa, secondo riferirono alcuni palatini, declamò contro monsignor Randi, dicendo:
«Cessi una volta di tormentare la popolazione con i suoi malintesi rigori e vessazioni. Nel mortorio di Fracassini non c’entra la politica,» e si dice che soggiungesse:
«Pure, monsignor Randi doveva conoscere che Fracassini era il nostro pittore, cui portavamo molta affezione, a prova di che mandammo, nella sua breve malattia, spesse volte a prender sue notizie».
Circa duemila persone, in buon ordine, seguirono il feretro e monsignor Randi lo fece chiudere con un picchetto di gendarmi con carabine. Insulto che fu riferito al Papa e forse non andrà esente da qualche conseguenza.
19. — Lo spirito pubblico è oltremodo commosso al pensiero della conferma delle condanne capitali