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Il Papa, per la Concezione, non voleva andare ai SS. Apostoli dicendo che non era prudente mostrarsi al pubblico col malumore sviluppatosi per l’esecuzione Tognetti e Monti; ma fu stimolato per non dar luogo a sinistre interpretazioni, e così vi aderì.

Mantenendosi ancora il segreto sulle condanne nella causa del casino Aiani, si è in grado di riferire soltanto quanto appresso:

Il tribunale condannò alla morte Giulio Aiani, romano, negoziante, e Luzzi, romano, calzolaio.

Il Luzzi, nel conflitto che ebbe luogo quando fu preso d’assalto il casino, ferito gravemente e creduto morto, fu trasportato come tale, con gli altri; ma, trovato ancora in vita, venne curato.

Cinque altri, tra cui Cesare Sterbini, furono condannati alla galera in vita.

Gli altri a tempo determinato.

Gli avvocati difensori, e specialmente il Palomba, che difese con argomenti di molta forza i due condannati alla morte, sono disgustatissimi dell’esito avuto.

Del resto, il tribunale era in particolare mal disposto per Aiani, Luzzi e Sterbini, i quali, nei loro costituti, confermarono, con vera audacia ed imprudenza, che si gloriavano di dichiararsi ancora una volta avversi al Governo dei preti e che avevano tutto l’impegno per abbatterlo,

Si dice che l’esecuzione dei condannati a morte si farà quanto prima per dimostrare che il Governo pontificio non teme, nè si fa imporre dalle minaccie dei liberali italiani.