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602 | diario roncalli |
» Colà giunti, ambedue implorarono di parlare agli uffiziali degli zuavi, che ivi trovavansi.
» Si condiscese a tale pio desiderio e fu straziante l’amplesso che i due condannati diedero ai medesimi, nell’atto che chiedevano loro, umilmente e fervorosamente, perdono, incaricandoli di ottenerlo da tutto il corpo, dalle altre milizie e dal popolo intiero.
» Le lacrime dei condannati si unirono a quelle degli uffiziali e di tutti gli astanti.
» Monti fu il primo a subire l’estremo supplizio, e Tognetti, al rumore della mannaia, cadde da un lato per accesso convulso, e, fattosi bendare, mancandogli le forze, fu sostenuto per ascendere il patibolo.
» I confortatori Chigi, Sacchetti, il P. Giuliano, passionista, ecc. furono tutti compresi d’ammirazione, commossi di cordoglio e sconcertati nel fisico e nel morale, poiché quei due giovani sventurati sembravano innocenti agnelli che andassero rassegnati nelle mani di un carnefice.
» Pochi del popolo assistettero al lugubre spettacolo.
»La pubblica tranquillità non fu menomamente turbata.
» Si dice che il tenente colonnello De Charette, degli zuavi, commosso dalla rassegnazione mostrata dai condannati e delle circostanze alle quali assistette, sentendo il Monti che dolorosamente rammaricavasi di dover lasciare senza alcun sostegno i proprii figli, lo rassicurò che egli ne avrebbe preso cura.
» Atto ben generoso e filantropico che mai abbastanza verrà encomiato».