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fosse un deposito di armi, la forza pubblica, a cui si unirono gli zuavi, vi accedette per farvi una perquisizione.

Quelli, vedendosi sorpresi, si diedero, vita per vita, a respingerli con vive fucilate, che tosto si impegnò tra ambo le parti.

I sediziosi fecero uso anche di bombe all’Orsini, cagionando gravi e deplorabili conseguenze. Ma, sopraggiunti sussidi, la forza pubblica prese d’assalto il casino ed entrata uccise e feri quanti vi erano.

Si assicura, generalmente, che i morti, da una parte e dall’altra, siano circa 30, i feriti gravi altri 15 o 20 e molti altri senza gravità.

Si trovarono molte carabine, fucili di lusso a due colpi, pistole, munizioni, bombe.

I facinorosi erano circa 501.

Nel giorno 26 si ebbe notizia che il generale Garibaldi, alla testa di circa 6 o 7 mila insorti, marciava sopra Monterotondo.

Nella stessa mattina si spedirono colà rinforzi di truppe, e, secondo le più accreditate notizie, pervenute presso la Marcigliana, sarebbe avvenuto uno scontro, nel quale, dopo varie finte ritirate, gli insorti sarebbero riusciti a togliere ai papali due pezzi di cannone, a far prigioniere due compagnie, con immense perdite tra morti e feriti, che dovettero abbandonare, ritirandosi precipitosamente.


  1. Di questo fatto, in cui si rivelò tutta la ferocia dei soldati papalini, noi abbiamo detto lungamente altrove.