Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
1867 | 569 |
Un capitano degli zuavi vi avrebbe lasciata la vita.
Si parla eziandio di altro scontro a Montelibretto; ma notizie di altra provenienza accennano a gravi perdite sofferte dalle truppe pontificie.
Intanto, in gran numero, gli insorti accorrono da tutte le parti, spargendosi ed invadendo le provincia pontificie.
Così una banda di alcune centinaia pervenne a Corese; impegnossi in un combattimento colle truppe papali che ebbero considerevoli perdite ed occuparono Monte Rotondo. Altri insorti entrarono a Subiaco, Tivoli, ecc.; quindi invio di nuovi rinforzi, scoraggiamento, diserzioni.
15. — La Polizia pontificia, nella notte dagli 11 ai 12 corrente, ordinò al comandante di brigata di Trevi e Pigna di recarsi alla locanda della Minerva a perquisire tre individui, ivi alloggiati e giunti di recente a Roma, cioè:
- Castellazzo,
- Marangoni,
- Mayer,
e, se fossero possessori di qualche cosa sospetta, di mandarli al carcere politico, se no di accompagnarli alla stazione per l’esiglio.
Però, il Marangoni cercò di trafugare una lettera che stava scrivendo, diretta ad un Ghirelli, maggiore italiano (fratello della moglie di Piacentini, mercante di campagna, che fu anche egli arrestato), dove gli dava avviso che, nella notte, erano stati