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Mise in attività i birri; si vide al casino militare un andirivieni di agenti di Polizia per conferire col generale Zappi, che, dalle 6 pomeridiane, vi aveva preso posto, come punto centrale per i discarichi.

Però, la sorveglianza fu delusa e, nella notte, furono affìssi una quantità di bollettini a stampa dove si onorano, con concetti liberali, i nomi di Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini.

La forza ebbe la pazienza di tagliarli.


22. — Nel giorno di S. Giuseppe vi fu passeggio popolare animatissimo in Trastevere.

Nello stesso giorno, fuori di porta Portese, una turba di giovinastri si fece ad insultare una pattuglia di gendarmi, appellandoli: «Infami, boia, pei quali oramai era per suonar l’ora della fine».

I gendarmi sfoderarono le sciabole, li dispersero, e li inseguirono.

Raggiunsero un tal Marcucci e, arrestatolo, si recarono immediatamente a fare una perquisizione nella di lui casa1.


29. — Ripugnava al buon senso ed a qualsiasi coscienza d’acconciare fede ad un fatto di cui, fin dalla scorsa settimana, si parlava per Roma.

Dappresso le indagini fatte, verificatene la sussistenza, se ne prende atto.


  1. Il Marcucci, fuori di porta Portese, aveva gridato: «Viva Garibaldi». Nulla di sospetto si rinvenne nella casa di lui, di dove fu condotto in arresto un certo Testa solo perchè trovavasi colà. (Vedasi il numero 17 del Roma dei Romani).