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alla neonata i nomi di «Benedetta, Italia» e minacciò, inoltre, di riportarsi via la figlia per battezzarla da sè.

Si assicura che la maggior parte dei gendarmi si sono pronunziati favorevoli al partito liberale.

Si dice che arrivino a Roma, per ingrossare le file della legione di Antibo, mandati dall’imperatore dei Francesi, varii individui che, in fine, sommeranno a qualche centinaio.

Lo spirito pubblico è irritato per tale invio e declama contro l’imperatore.


25. — Ai liberali fu riferito che gli zuavi che occupano il castello hanno millantato che, nel caso d’invasione di truppe italiane, o di sommossa interna, essi, finchè avranno una palla ed una libra di polvere da disporre, non tralasceranno di resistere e che non obbediranno ad ordine del Papa, nè dei cardinali, nè dei loro superiori. Rimarranno fermi nel proposito, senza pietà, ed i Piemontesi avranno la loro capitale d’Italia in stato di rovina.

D’altra parte, i liberali d’azione, mentre sono decisi ad agire senza indugio, fermamente dichiarano che degli zuavi neppur uno sarà risparmiato al loro furore, essendo loro intendimento di estirpare sì abbominevole corpo.

Si dice che stanno studiando il piano di attacco, che non dovrebbe dilazionarsi oltre il carnevale.

Il Governo non pubblicò ancora l’editto del carnevale, che era solito fare il giorno 17 (S. Antonio). Trovasi assai imbarazzato perchè, permettendolo, dovrebbe adottare provvedimenti straordinarii ed