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 1866  525

Da Roma e dai vicini paesi tutto giorno partono giovani per la guerra1.

Le diserzioni dei varii corpi pontificii sono frequentissime e numerose, e per ciò fu vietato ai soldati di poter uscire dalle porte, anche per semplice diporto.


3 Luglio. — All’annunzio del fatto d’armi del 24 scorso, sfavorevole per l’armata italiana, il partito retrogrado fece manifestazioni di gioia con pranzi, palloni, ecc.

Si aggiunge che vi fu un pranzo in un convento, dove fu anche servito un gran piatto di tonnina, per allusione agli Italiani che erano stati tagliati e battuti dagli Austriaci; si disse che era tonnina italiana, lavorata dagli Austriaci, e fu accompagnata da strepitosi evviva, e brindisi.


  1. Intorno alla partenza dei volontari da Roma per la guerra nel Veneto, ecco che cosa scriveva il numero 9 del Roma dei Romani:

          «Siamo lieti di potere far conoscere ai nostri concittadini che già circa due mila animosi giovani sono partiti da Roma in questi ultimi giorni a piccoli drappelli o alla spicciolata per combattere nell’esercito che s’avvia al riscatto della Venezia.
          » Questo nuovo tributo di Roma alle forze militanti della nazione acquista maggior rilievo quando si pensa alle molte migliaia di suoi figli che già si trovano nelle file dell’esercito regolare e dei volontari alle quali accorsero in folla i suoi emigrati da tutti i punti della penisola. Così all’apertura delle ostilità, quando il Comitato Romano chiuderà i ruoli dei volontari di Roma, cui esso presta i mezzi di raggiungere i centri di arruolamento, la nostra città potrà star sicura di essere rappresentata da un degno contingente, senza contare i sacrifici che essa sarebbe pronta a fare se i casi della patria domandassero nuove leve di volontari».