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1865 | 515 |
Nel giorno seguente, per ordine superiore, l’Unione letteraria fu disciolta; si chiusero le porte, e la chiusura fu annunziata nel Giornale di Roma dei 25 febbraio.
22 Aprile. — Da qualche giorno si parla generalmente per Roma che Pio IX abbia iniziato, direttamente, trattative con Vittorio Emanuele II per provvedere ai vescovadi vacanti d’Italia1.
Ai 20 arrivò a Roma il commendatore Vegezzi con un segretario.
Si crede incaricato dal re di trattare questo interessantissimo affare.
Nelle ore pomeridiane si recò dal S. Padre, e subito fu ricevuto.
- ↑ Fin dall’anno 1865, Pio IX indirizzò una lettera autografa a Vittorio Emanuele per manifestargli il desiderio di venire ad accordi per la investitura di molte sedi vescovili vacanti in Italia. Il Governo italiano, mostrandosi disposto ad accogliere la preghiera del pontefice, mandò a trattare il commendatore Vegezzi.
Ma nulla si conchiuse perchè, volendo il Governo italiano che le prerogative regie dell’exequatur e del giuramento fossero mantenute, senza distinzione per tutti i nuovi vescovi, secondo il diritto publico vigente in Italia, i cardinali, ai quali il Papa affidò l’esame di quelle proposte, le respinsero e pei vescovi delle antiche provincie, e per quelli delle provincie annesse al regno dopo l’anno 1859, perchè ciò avrebbe inclusa la ricognizione del Regno stesso. (Vedasi Jacini. Due anni di politica italiana dalla convenzione del 15 settembre alla liberazione del Veneto. Ricordi e impressioni. Milano, Civelli, 1868, pagg. 62-68).