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Trevi e Pigna, per affari di ufficio; che ambedue i fratelli, alquanto ebbri di vino, rissarono in casa, e che il padre, per dividerli, li aveva percossi e feriti con un bastone.

Nella notte stessa incogniti ladri entrarono in una bottega di tabaccaio, in via Piè di Marmo e derubarono scudi 2000.

Nella sera dei 25, tra un quarto e mezz’ora di notte, fu rapinato, presso il vicolo Giustiniani, Carlo Azzurri e, col coltello alla mano, gli fu tolto il cilindro d’oro.

Nella stessa sera, ad un’ora di notte, fu rapinato, per le scale di casa, un Sistini e gli furono tolti scudi 40, orologio, ecc.1.


  1. Intorno ai furti che avvenivano allora continuamente in Roma, troviamo nel numero 5 del Don Pirlone Redivivo il seguente

    Sonetto.

    «Per Dio! Si annamo avanti de sto passo
    Ce fanno er grugno come un'or de notte
    Si manco giova più ne d'annà in botte
    Pè fa l'affari o annassene un po a spasso .
    Nun passa giorno si nun c'è no sgrasso
    E si uno ruga ce busca le botte
    E a noi ce tocca a fane le marmotte
    Senza potè portò manco er compasso .
    Si giri Roma pe le cose tue
    O li ladri t'attastano o li Bellix 1
    E accidenti a chi è er mejo delli due,
    E sti pretacci , per nun fa pijane
    Quelli che der mestiere so fratelli,
    Fanno li poveracci carcerane ».

          La Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele conserva, tra suol manoscritti, una nota, fatta dal signor Stanislao Quattrocchi per
    1. I gendarmi.