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Ecco il proclama del Comitato d’azione:

«Roma 4 settembre, 1863.

«Or sono 14 anni che Roma, colla sua ostinata resistenza alle armi francesi, mostrò quanto aborrisse dal clericale dominio.

»La sorte delle armi, la prepotenza di una forza maggiore rese vana quella resistenza, e dal 1849 la Francia, colle sue baionette e coi suoi sgherri di vario colore, mantiene fra noi il più esecrato dei governi dispotici.

» La vilissima delle creature, il prete inanimito dalle armi che a sua difesa manda la Senna, non contento di taglieggiarci, di opprimerci, ci invidia pure la maestà della sciagura, ci invidia il rispetto che è dovuto alle vittime della forza brutale, vuole mostrare all’Europa che ha depresso l’animo nostro e fino al livello della nostra condizione sociale. Ci invita ad una dimostrazione politico-religiosa in favore del temporale dominio, ad una processione solenne per ottenere dall’Altissimo la grazia di una perpetua schiavitù1.


  1. Il Governo aveva ordinato che l’imagine del Salvatore, che si conserva nel Santuario detto Sancta Sanctorum, fosse, il giorno 6 di settembre, trasportata nella basilica di S. Maria Maggiore. Con questo trasporto, che si fa solo nei più gravi momenti, voleva il Cardinal Vicario che i Romani ringraziassero il Divin Redentore per averli salvati «dagli artigli della più sfrenata rivoluzione che, mentre metteva a soqquadro città e paesi limitrofi a Roma, veniva arrestata dal divin braccio alle porte della sede del supremo Gerarca».