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1863 | 491 |
scussione, nelle carceri nuove, dove, fin dalle 6 antimeridiane, si mandò un rinforzo di sessanta gendarmi, con altri, di perlustrazione, nelle adiacenze.
Il solo cavaliere Fausti comparve in seduta con contegno fermo e tranquillo, col petto fregiato di varii ordini cavallereschi di cui è insignito, e sostenne cinque ore di costituto.
Gli interrogatorii gli vennero fatti da monsignor Sagretti, presidente del tribunale, e, stanco ed incalzato incessantemente con alcuni di questi, si mostrò sgomento al punto tale che terminò col dire: «Non so più cosa rispondere».
L’avvocato Dionisi, difensore del Fausti, fece leggere un’addizionale alla difesa giù stampata, chiedendo alcune cose. Il turno dei giudici si ritirò in Camera di Consiglio per deliberare se dovessero o no prendersi in considerazione; ma esternò l’opinione che dovessero rigettarsi.
La seduta fu sospesa per proseguirsi nel giorno seguente.
I liberali stamparono una nota degli impunitarii o delatori che presero parte nel processo politico; ne dispensarono molti esemplari, e varii ne affissero per la città1.
30. — Questa mattina la discussione fu proseguita nelle sale del palazzo Innocenziano, a Monte Citorio.
Si dice che il titolo politico sia evaso contro i dieci prevenuti, e che quindi si proseguirà per gli altri titoli.
- ↑ Il numero loro era di 18, la nota del 20 di maggio.