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1863 | 489 |
23 Maggio. — Il S. Padre tornò a Roma dal viaggio di Velletri, Frosinone, Ceprano, Anagni, nel giorno 20 del corrente, alle ore 8 1|4 pomeridiane.
Alla stazione a Termini si fece trovare molta popolazione, e vi fu illuminazione a bengala. Lungo la strada che percorse similmente s’incendiarono, al suo passaggio, bengala, e dovunque vi fu molto concorso.
La Massoneria, Carboneria, Giovine Italia, si sono fuse nel partito Piemontese o dell’Alta Italia.
Il marchese Migliorati, incaricato di Sardegna, s’introdusse in Roma. Istituì un Comitato nazionale romano, composto di persone di ceto elevato che alla giustizia sono note.
cura che non entri nel numero chi del Governo non gode la piena fiducia. La legge non circoscrive esplicitamente la scelta tra costoro, ma implicitamente la circoscrive, dando al Presidente del Tribunale illimitato arbitrio di escludere l’avvocato designato dall’accusato; il quale inoltre si trova già limitato in fatto, perchè antico uso degli avvocati della curia romana è di attendere esclusivamente alla difesa delle cause civili; il qual uso è la conseguenza del monopolio che delle criminali fa quella così detta «Procura de’ Poveri».
» In questo rispettabile consesso pertanto deve l’accusato scegliere chi lo difenda, e questa scelta, già limitatissima, viene ancora limitata dall’indicato arbitrio, concesso al Presidente del Tribunale».
Il Venanzi aveva nominato a suoi difensori gli avvocati Marchetti e Palomba; ma questi, perchè liberali e quindi non accetti al Presidente Sagretti, temendo danneggiare l’accusato, rinunziarono alla difesa.