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stato eziandio per l’arresto del Fausti, suo gentiluomo ed a sua insaputa, avrebbe anche egli rinunziato1.


7 Marzo. — Il Fausti, che trovasi in segreta nel carcere politico, chiese di avere il pranzo da casa. Gli fu negato.

Il cameriere del cardinale Antonelli, servendosi della sua carrozza, andò a portarglielo, ed i custodi, credendolo volere di Sua Eminenza, lo accettarono. Il Papa disse al cardinale che egli faceva tenere il giornaliero pranzo al Fausti.

Nulla sapendone il cardinale, verificata la cosa, cacciò il suo antico cameriere, notissimo liberale Aureli, divenuto, però, bastantemente dovizioso.


18 Aprile. — Nella notte dal 13 al 14 corrente furono rubati gli interessanti processi relativi a Venanzi e Fausti2.


  1. La vera ragione della scissura tra il De Merode c la Consulta di Stato per le finanze, alla quale, in favore di questa, prese parte anche l’Antonelli, ci vien fatta conoscere dal N. 3 della Cronaca Romana (19 agosto, 1863), che il Comitato Nazionale romano cominciò a publicare il 24 di giugno di quell’anno.
          Il De Merode, così vi si legge, «intendeva batter la strada consueta, cioè che si lasciasse facoltà alle Sotto Intendenze militari per la tratta dei Mandati senza esaminare in prevenzione le pezze giustificative per le quali queste si traevano. La Consulta, che forse si è accorta di qualche irregolarità in questo sistema, nel sindacare il Preventivo stesso, ha dichiarato che per V avvenire non ammetterebbe più e non riconoscerebbe in verun caso simiglianti Mandati delle Intendenze».
  2. Del furto di questo processo abbiamo parlato nel primo volume.