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17 Febbraio. — Sulla languidezza del carnevale, in onta a sforzi del partito papalino per farlo vivace, si fece la seguente satira:

«Zuavi burattini
Briganti papalini
Tante smanie, tanti impegni
E neppure trenta legni».


    triotico, ed ha la lusinga che le sue contribuzioni, depositate furtivamente e frammezzo ai pericoli di una vigile polizia, se non raggiungeranno la generosità di quelle, riusciranno più sensibili, siccome mandate da fratelli, compagni nella sventura, e vittime continuate di brigantaggio più terribile».
          Alcuni mesi dopo, il Comitato stesso publieò un proclama da cui togliamo i seguenti brani:
          «Una nuova ed imponente dimostrazione nazionale si è compiuta testò in Italia con la sottoscrizione a favore dei danneggiati dal brigantaggio. La splendida parte che Voi vi prendeste rivela ad un tempo il generoso vostro sentire, e la solidarietà di fortuna, l’unità di propositi, che ad onta delle barriere pretesche collegano ornai per sempre ed uniscono la nostra Roma alle libere città sorelle. Offrendo poi pronti ed unanimi il vostro obolo a sollievo delle vittime del brigantaggio, al pari degli altri popoli della Penisola, Voi faceste solenne protesta contro gli orrendi attentati, con cui il prete e il Borbone, fatti solo sicuri dalle baionette francesi, violano negli abusati nomi della Religione e dell’Ordine, ogni legge divina ed umana, manomettono ogni più sacro diritto di famiglia, di società, di Nazione!

    ............

          » A tanto abominio come cooperino i preti, già vel sapete. Non è molto Voi vedeste una fuggente masnada di questi insanguinati ladroni, ospitata amorevolmente in S. Sisto Vecchio e visitata perfino, e soccorsa e benedetta dal Vicario di Cristo, che rincalzavala ai medesimi eccidii!

          » E di questi nltimi giorni non avete assistito alle accoglienze quasi festive fatte allo Stramenga e al Tristany, saziati ambedue