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 1862  467

Corso sgombra totalmente di persone, i cui numerosi bottegai si videro costretti a chiudere i loro negozi rendendola così più deserta.


Ecco il proclama del 20 di febbraio:

«Romani,

«Il Governo Pontificio vuole che Voi diate spettacolo di Voi stessi nel prossimo carnevale, frequentando il Corso e i Festini; per aver nuova occasione di mentire e di ripetere che Voi siete felicissimi di essergli sudditi. Ma il Governo Pontificio non troverà certo fra i veri figli di Roma chi si presti a dar colore di verità all’impudente menzogna.

» Mentre la sua ostinata cupidigia di potere toglie ancora a Roma quella prosperità onde sarà lieta la capitale d’Italia, mentre tante oneste famiglie piangono ancora i loro cari quale in esilio, quale in carcere, quale privato d’impiego da una trista censura; mentre di queste vittime s’accresce ogni giorno il numero; mentre invece di dar pane al popolo si scialacqua il denaro per riordinare il brigantaggio borbonico, il Governo Pontificio c’invita a far baccanali perchè l’Europa ci creda o stupidi o contenti, e lasci così prolungare la nostra sciagura. È una amara derisione: e il popolo romano tollera con dignità i propri mali, ma non si lascia deridere.

»Il Corso ed i Festini saranno frequentati dai Borbonici che attendono la nuova stagione per tornare agl’incendii ed alle rapine del brigantaggio, da’ Zuavi e da sgherri ai quali De-Merode permette di mutar tante fogge di vestiario quante son le comparse ch’e’ debbono fare; da quegli impiegati o