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Il Passaglia, prevedendo che la deliberazione sarebbe accaduta senza essere chiamato, protestò, avanti al cardinale Altieri ed in scritto, appoggiandosi alle Costituzioni, Brevi, ecc., i quali prescrivono che quando l’autore è presente, debbonsi al medesimo comunicare le ragioni per le quali si condanna il suo scritto, accettarne le deduzioni ecc.


19. — La mattina dei 15 corrente la Polizia ordinò l’arresto dell’abate Passaglia1.

Vi furono inviati, per tale effetto, al suo domicilio, al palazzo Spada:

Il capitano Freddi,
I brigadieri Dal Monte,
Zappolini,
Pancaldi,

non che altri gendarmi.

L’abate Passaglia potè fuggire e così si procedette ad una rigorosa perquisizione col sequestro di due bauli di stampe e manoscritti2.

Naturalmente, in tale operazione essendosi fatta qualche eclatanza (sic), molto si parlò e commentò.

Intanto il Passaglia, nella mattina seguente, partì alla volta del regno italico, e ai 17, alle 3 1|2 pomeridiane, giunse a Poggio Mirteto.


9 Novembre. — Nel giorno di S. Carlo i promotori degli applausi si fecero la loro solita dimostrazione.


  1. La perquisizione in casa del Passaglia, non l’arresto di questo.
  2. Mi assicurò il professor Cagnoni che nulla vi fu sequestrato.