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1861 | 455 |
» Entrato nella conforteria, mentre dai signori confratri di S. Giovanni decollato veniva abbracciato, si è dato ad espressioni ingiuriose verso i giudici e verso gli stessi confratri, come che questi ultimi non più oggi rivestiti di facoltà o grazie.
»Ora il Lucatelli sta tutto riconcentrato in sè e in una tale impassibilità e ritrosia ad atti religiosi, chiedendo soltanto di essere lasciato tranquillo.
» Questo è lo stato delle cose fino adesso che è un’ora dopo la mezzanotte.
«Con dispiacere si riferisce che oramai, le ore 4 del mattino, in cui si traduce all’ultimo supplizio, Cesare Lucatelli persiste nel niun ravvedimento, ad onta di ogni sforzo ed indefessa cura dei signori confratri di S. Giovanni Decollato e dei RR. monsignori Corazza P. Pio, Passionista e superiore degli Scalzetti.
»Da notizie particolari si ha che, nell’entrare nella conforteria, sputò sul viso ad un gendarme.
» Invitato dai confortatori a convertirsi, rispose sempre che non poteva accusarsi di un delitto che non aveva commesso; che egli credeva in Dio, in Maria, nei Santi, ma non nei preti.
e di coscienza rimettere al governo di Roma, in questo caso rappresentato dal Porporato Antonelli, quella leale e spontanea confessione, allo scopo di mettersi in disamina, onde essi non avessero precipitato sulla sorte di un innocente.
» Senza che mi prolunghi, dirò, che l’equo Ministro di Stato, nel riceverla, ne rise; e, per tutta risposta e considerazione coscienziosa, comandò, che il 21 dell’allora corrente mese di settembre, fosse eseguita la sentenza di morte del reo Lucatelli» (Opuscolo cit., pagg. 48-40).