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questi si sarebbe recato alla solita cappella a S. Maria del Popolo.

Infatti, divisarono archi trionfali, bandiere, inni, bande musicali; ma, per quanto sembra, furono dissuasi da tanta eclatanza (sic).

Intanto, mentre alcuni papalini, nella notte precedente agli 8 corrente, ad ora avanzata, giravano per le principali contrade, garantiti da due gendarmi, a segnare per le mura «Viva Pio IX papa e re,» i liberali attaccarono una immensità di bandiere tricolori della lunghezza di circa un palmo e mezzo, e riempirono le strade principali di tanta quantità di piccolissimi pezzi di carta, aventi i tre colori, che la Polizia dovette mandare gli scopatori a raccoglierli.

Lo stabilimento dei Gesuiti, specialmente, fu tempestato di bandierette tricolori attaccate in alto, col solito mezzo della creta.

Una di queste fu attaccata sul filo elettrico che traversa il Tevere e Ripetta.

Però, la dimostrazione papalina ebbe anche il suo effetto e varii individui, tra cui ragazzi delle scuole notturne, spiegarono piccole bandiere bianco e gialle e furono avviati dietro la carrozza pontificia a gridare: «Viva Pio IX, pontefice e re».

Furono affisse varie iscrizioni italiane e latine, tra le quali la seguente:


Prædo gentium se levavit
Egressus est de loco suo
Et posuit, Pie, terram tuam in solitudinem.
Fiant pauci dies ejus
Et Regnum ejus accipiat alter.