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fra voi od abbia più del bisogno, o possa ai proprii bisogni sottrarre qualche cosa, fa un dovere di soccorrere ai miserabili, senza distinzione di partiti. Mostrate col fatto che la libertà è virtù, e che ama il prossimo chi ama la Patria.

» Del resto, il vostro Comitato vi esorta a rimaner quieti e tranquilli; e voi non temete che la quiete, in un momento che è pur solenne, possa rimproverarvisi come una viltà. Rigettate sdegnosamente da voi chi l’osasse: egli sarebbe od un nemico scaltro, o un amico dissennato.

» Il sacrifìcio che chiede a voi l’Italia è il sacrificio della pazienza, che non è certo il meno difficile a compiersi, nè il meno meritorio. L’avete saputo compiere sino ad ora e l’Italia ve ne è grata. Che se per l’avvenire dovesse chiedervene anche maggiori prove voi dovrete darle, voi saprete darle.

» Ricordatevi, o Romani, che per voto unanime della Nazione, la vostra Città nativa è chiamata ad essere la prima fra le grandi Città italiane: voi col vostro contegno, col vostro senno, coi vostri sacrifìcii, dovete mostrare che la Nazione non si è ingannata, che Roma è degna dei grandi destini che l’attendono.

»Roma, 30 maggio 1861.
» II Comitato Nazionale Romano».

Come è noto a tutti, il principe di Piombino fu uno dei primi a firmare gli indirizzi a Napoleone e Vittorio Emanuele per sollecitare l’unità italiana.

Il Papa, negli scorsi giorni, chiamò a sè il principe e gli diresse alcuni rimproveri su tale oggetto.