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molte da voi fatte al compiersi dei maggiori avvenimenti del risorgimento nazionale, sarebbe per lo meno inutile, a migliorare la vostra situazione il provocarne una nuova nello stato presente delle cose.
» Qualunque dimostrazione poi perderebbe pregio a fronte della solenne manifestazione de’ vostri desiderii testé fatta con bella prova di coraggio civile in faccia ai vostri oppressori, sottoscrivendo in numero di oltre diecimila, le due petizioni al Re d’Italia ed all’Imperatore dei Francesi per la liberazione di Roma.
» Romani! Mentre il vostro Comitato vi ringrazia sin da ora di aver così bene corrisposto alla fiducia che avea di voi, è lieto di potervi annunziare che, a solennizzare la festa nazionale, la presentazione della petizione al Magnanimo nostro Re, sarà fatta probabilmente nel giorno 2 del prossimo Giugno. Roma divisa dalla Nazione, soggetta, suo malgrado, a gente straniera per istinto, ridotta allo squallore e prossima all’estremo della miseria, non potrebbe in miglior modo solennizzare la santità di quei giorno: è dovere che essa si compiaccia della prosperità nazionale traendone speranza a parteciparvi, ma non deve mentire il proprio stato atteggiandosi a festa.
» Una soia cosa, o Romani, può ancora concorrere per parte vostra, a santificare il giorno solenne; e questa è l’esercizio di una virtù cristiana e cittadina, l’esercizio della carità. Il Comitato ha stanziato sui proprii fondi una somma da distribuirsi alla classe indigente; ma Egli fa un dovere a chiunque