Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
1861 | 435 |
Nello stesso giorno, 1° corrente, si mandarono zuavi, con militi di altri corpi, fuori delle porte, formanti posti avanzati.
Si concentrarono in Roma altri gendarmi, richiamati dalia Comarca, e si rafforzarono e moltiplicarono pattuglie.
Nelle ore pomeridiane alcune compagnie francesi occuparono piazza Colonna e formarono fasci di armi.
Il Comitato italiano romano pubblicò un ordine a stampa, in data del 1° corrente, col quale, esortando ad astenersi da qualsiasi dimostrazione, consigliava a sovvenire, invece, sul suo esempio, famiglie indigenti tanto dell’uno quanto dell’altro partito.
Poco dopo partiti i Francesi, fu attaccata una bandieretta tricolore al palazzo di Piombino.
Nella notte i gendarmi perlustrarono accuratamente tutta la città, e si può dire che non vi fosso portone dove non si nascondesse forza.
Non pertanto, nel mattino, si trovò il palazzo di Venezia tempestato di piccole bandierette, attaccate col solito mezzo della creta.
Sulla via di Borgo furono attaccate varie iscrizioni di «Viva Vittorio Emanuele Re d’Italia».
Sulla facciata e campanile di S. Maria Maggiore furono inalberate bandiere tricolori.
Nelle ore pomeridiane i Francesi rinnovarono il solito apparecchio militare in piazza Colonna.
Numerose pattuglie perlustrarono il Corso.
Il giorno 2 corrente, solennizzandosi per le chiese la chiusura del mese Mariano, per prudenza, si si tralasciò di cantare il Te Deum.