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Gerente. Quindi, democraticamente, scesero a piedi per il Corso col numeroso corteggio e truppa, e, per la Fontanella di Borghese e S. Luigi de’ Francesi, si recarono alla Cancelleria.

Si osservò che in quella sala era stato abbassato il busto di Pio IX.

Vi erano 140 deputati presenti.

Armellini1 aprì l’Assemblea con un discorso col quale annunziava esser compiuta l’opera della redenzione romana, e che Roma, fatta bastantemente forte, si sarebbe messa forse alla testa di tutte le altre nazioni; conchiuse che questo popolo non era più la dote di un Sacerdozio. (Applausi prolungati)2.

Il Generale Garibaldi, deputato, progettò di stabilire all’istante qual forma di Governo doveva abbracciarsi. Meglio di tutti, però, convenire la repubblicana, e gridò: Viva la Repubblica! (Pochi applausi dalle Tribune).

Canino appoggiò il preopinante, e propose che non si dovesse sciogliere l’Assemblea se non fosse prima stabilito questo. (Freddezza nel pubblico).

Sterbini parlò contro, e rimproverò il Garibaldi della poca esperienza parlamentare. Conchiuse esser quella proposizione un oggetto grave che meritava riflessione, studio, discussione e non poche ore. L’Assemblea ed il popolo appoggiò, e si sciolse radunanza.


  1. L’avvocato Carlo Armellini era ministro dell’Interno.
  2. Questo discorso, lunghissimo, può leggersi negli Atti della Costituente romana, pag. 1.