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 1861  407

Giorgi, napolitano, divenuto conte, il quale, dopo aver preso parte alle ultime reazioni degli Abruzzi, erasi rifugiato a Roma.

Tosto gli occhi furono su di lui, e, ad un fischio, tennero dietro cento altri, e così fu obbligato a ritirarsi dal Corso e ricoverarsi in una casa a via Frattina.

Il medesimo era stato a fare una visita al conte di Trapani, abitante incontro a S. Carlo al Corso, da dove usciva nel momento del passeggio, dopo la messa.

Nel giorno 3 corrente, il Comitato romano italiano diramò un suo ordine a stampa col quale inculcava, durante il carnevale, la tranquillità e moderazione, non che l’inibizione di qualsiasi dimostrazione, sia di passeggiate od altro, tendente ad urtare il partito contrario.


16. — Il padre Passaglia, ex-gesuita, altre volte fu invitato, da persone del ministero piemontese, a trattare col Papa sugli affari politici relativi ai due Governi. Egli assunse qualche iniziativa ufficiosa; ma senza effetto.

Ai 5 del corrente, il Passaglia ricevette un dispaccio dal ministro Cavour, e nella sera si recò dal Papa col quale conferì lungamente, circa tre ore. Nella mattina seguente partì alla volta di Torino insieme a Cugnoni, impiegato nella segreteria dei Brevi, e ad un Trivilian, irlandese 1.


  1. Come ognuno sa, le pratiche iniziate allora dal Governo italiano colla Corte di Roma erano così bene avviate che il conte dì Cavour scrisse al padre Passaglia:
          «Confido che prima della ventura Pasqua Ella mi spedirà nn ramo d’olivo, simbolo di eterna pace tra la Chiesa e lo Stato,