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Da ciò, fin dal giorno 29 di gennaio, derivarono insulti tra i due partiti, liberale e papalino, fischiate, ecc. Il professore Passaglia s’interpose, e così le cose non procedettero oltre.


9. — Protesta degli studenti della Università:

«Mentrechè in Italia sorge pressoché unanime, spontanea, gigantesca l’idea della nazionalità ed indipendenza della gran patria comune, alcuni pochi degeneri da suoi figli, o per imbecillità di mente, o per privato interesse rinnegano ed avversano la più santa delle cause. Anche la nostra Università ne contiene di questi esseri corrotti. Essi, per vieppiù segnalarsi, hanno apposto alla cravatta, come spinetta, la croce capovolta, col cui segno furono già decorati i vinti difensori del più mostruoso dispotismo; e quasi non bastasse questa sfida, lanciata alla gran maggioranza dei colleghi, forti dell’appoggio delle autorità governative, si son fatti pur lecito di procedere ad insulti verso i creduti oppositori.

» Da ciò dissensioni ed anche risse individuali, che hanno avuto per fatale conseguenza l’espulsione di cinque studenti, che essi medesimi avevan insultato.

» Mentre il Corpo Universitario si riserva di farsi rendere severo conto di questo nuovo atto di brutale arbitrio (e ne fa protesta solenne), crede intanto suo debito segnalare al pubblico i nomi degli sciagurati che ne furono causa. (Seguono i nomi).

»Roma, 9 febbraio 1861».


Domenica, 27 gennaio, al passeggio per il Corso, dopo l’ultima messa di S. Carlo, fu riconosciuto un