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» Perchè dunque sdegnarsi invece di ridere alle sue farse del caffè Nuovo, ai sognati suoi cartelli azzurri e alle lettere di oro, all’attribuire ch’esso fa ai Romani il progetto di una dimostrazione papale che la Polizia Pontificia organizza da lungo tempo coi pochi notissimi sanfedisti, coi suoi tremila gendarmi armati di pugnale e coi poliziotti di Francesco II, sfuggiti alla punizione delle rapine, degli incendii, dei massacri da loro commessi negli Abruzzi, e qua raccolti, onorati, pagati?
» I Romani dell’Armonia non sono che questi. Ma questa è una provocazione, si dice, bisogna reagire. Poiché il Papa si presta a queste commedie, poiché il generale De Goyon le favorisce, bisogna salvare il decoro di Roma, reagire violentemente. Questi propositi son figli di cuor generoso.
» Ma vera reazione violenta sapete voi dove vi conduce? A ciò propriamente che la Polizia Clericale desidera e ordisce; ad una collisione colla truppa francese. Ciò non deve accadere. Voi sinora evitaste con senno questo fatto, dal quale verrebbe gran danno a Roma e forse a tutta la Nazione, e voi la eviterete ancora. Voi non complicherete maggiormente la già falsa posizione di questi generosi figli della Francia esponendoli a scegliere tra i sentimenti del loro cuore e i doveri della disciplina militare. Pur troppo è un nuovo sagrifizio questo che vi si chiede, ma se voi godete oggi le simpatie di tutti i vostri fratelli italiani, lo dovete appunto all’avere regolato la vostra azione, non già secondo il vostro generoso istinto, ma secondo l’utile della