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Da tutto ciò si deduce che si organizzi un’armata per attaccare le Romagne coll’aiuto del re di Napoli1.

I gendarmi proseguono sempre, giorno e notte, a guardare il Breve di scomunica, nei luoghi dove fu affisso, per prevenirne qualsiasi deturpazione.

Nella notte dall’8 al 9, corrente, la vigilanza dei medesimi restò delusa, ed un incognito strappò quello che stava a Campo di Fiore, dove si era alquanto distaccato da un lato, dandosi a precipitosa fuga.

Dianzi era passato per colà un sacerdote e, dalla apparenza, prelato, che disse ai due gendarmi di piantone che non vi era bisogno che stessero tanto prossimi alla stampa, ma che si tenessero ad una distanza di 30 o 40 passi, poichè la cosa era troppo rimarcata. Essi obbedirono, e così l’incognito potò facilmente compire il progetto.


14 Aprile. — Si dice che si siano dati i passaporti ai seguenti individui, compromessi come promotori delle offerte delle due spade a Napoleone e Vittorio Emanuele, cioè:

Principe Gabrielli,
Baroncino Gavotti,
Dei Principi-Ruspoli D. Emanuele2,
Dei Principi-Ruspoli D. Augusto3.


  1. Ognuno sa che, fin dal 1859, erano corse parecchie pratiche tra l’Antonelli e l’ambasciatore borbonico in Roma acciocchè le milizie napoletane e pontificie si unissero per guerreggiare il Piemonte.
  2. D. Ippolito.
  3. D. Augusto Ruspoli non era, allora, in Roma, ma in Ungheria.