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374 | diario roncalli |
»Poco dopo s’intesero altri clamori ed usciti di nuovo pochi gendarmi pontifici, che si erano riuniti nel cortile di Monte Citorio, furono costretti a ritirarsi dagli urli e fischi.
»Cosi irritati, benchè fossero di cavalleria otto soltanto ed a piedi circa 15, oltre varii agenti di Polizia (in tutto 32), senza attendere ordine di alcun superiore, mentre tutto il Corso si rimaneva compatto di spettatori ed in atteggiamento minaccioso, fecero una sortita precipitosa e, con squadrone o sciabola alla mano, piombando su di essi, davano colpi inconsiderati sopra chiunque, e ferirono, dispersero e fugarono tutti.
» Naturalmente, essendo circa mezz’ora di notte, molti pacifici cittadini tornavano dalle passeggiate colle loro famiglie, facendo la via del Corso per restituirsi alle loro case.
» Anche questi, oltre allo spavento provato, riportarono ferite, contusioni. Cosi proseguivano fino alla piazza del Popolo e, volgendo dalla via di Ripetta, rientrarono nel palazzo di Monte Citorio.
»Con tale mezzo violento, il Corso, in pochi istanti, rimase vuoto e, fortunatamente, senza una sanguinosa reazione, che pur troppo temevasi.
»La guarnigione francese, prima della catastrofe, si dispose in numerose pattuglie e fece uscire le carrozze dal Corso, lo che cagionò qualche scompiglio.
» Allorquando però i gendarmi pontifici passarono alle vie di fatto, si ritirarono, senza prendervi parte veruna. Anzi, varii uffiziali francesi e gendarmi cercarono di calmare la ferocia, piuttosto che l’ar-