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Questi rispose loro in termini evasivi, ed allora gli presentarono, nel suo originale, una protesta che avevano preparata.

Il vice-rettore, sul primo, si ricusò di riceverla; ma, alla fine, vi fu costretto dalle reiterate insistenze.

Una copia conforme, e suggellata, consegnarono al capitano dei gendarmi francesi per il generale.

Altro esemplare simile affissero nell’atrio delle scuole, dal quale generalmente ne ritrassero copie.

Quindi, passatasi la parola d’ordine di non recarsi alle scuole pomeridiane, se ne partirono tranquillamente.

Intanto la dimostrazione militare era bastantemente imponente, imperciocché i Francesi, non avendo permesso ai 60 gendarmi pontifici ed agenti di Polizia di garantire l’ordine interno, si limitarono a formare appostamenti esterni nelle adiacenze, unitamente a molti agenti di Polizia.

Il vice-rettore passò al cardinale Altieri, prefetto degli studi, la protesta.

Questi fece rispondere agli studenti che non credeva di poter dare alcuna evasione ad uno scritto quasi anonimo; che si fossero firmati e che allora avrebbe dato un riscontro.

Naturalmente vi si ricusarono.

Il professore di medicina legale, Maggiorani, avendo avuto il suo figlio espulso, lasciò la cattedra e nella mattina dei 27 vi fu sostituito il professore Baccelli.

Gli scolari salutarono cortesemente il nuovo professore, encomiarono il suo merito; ma protestarono che non potevano ascoltare le sue lezioni perchè