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vani promotori che rimunerò d’una medaglia d’oro per ciascuno.

Il rettore della Sapienza, che adottò il mezzo termine, per sedare il tumulto, di lacerare e bruciare l’indirizzo, è stato espulso.

Un Possenti, spoletino, uno dei principali compromessi nel tumulto della Sapienza, e che eccedette anche con qualche pugno contro il Maldura, che era quegli che possedeva l’indirizzo, si è reso latitante.

Alcuni giovani furono espulsi dalle scuole, tra questi il figlio di Maggiorani, professore di medicina legale.

Il professore declamò fortemente per la misura adottata a carico di suo figlio, e ricusò di fare la scuola.

Intanto, la Polizia attivò un processo; molti della scolaresca furono esaminati, e sembra che già siasi proceduto a qualche arresto.

Quindi malcontento generale e timori di nuovi e più serii tumulti.

Circola un opuscoletto di Monsignor Segur, «Il Papa, questioni moderne», di cui si cerca la diffusione con poca prudenza.

Nella mattina degli 8 corrente gli studenti della Sapienza fischiarono (con poco strepito) un Pacelli, studente di legge, come uno fra coloro che promuovevano le firme dell’indirizzo al Papa.

Si medita, dai più esaltati, di fare una dimostrazione di qualche importanza per la libertà dei compagni che potessero essere colpiti da qualche misura di Polizia.