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in nome del Sovrano, di scendere e passeggiare come gli altri.

» Roma, 21 febbraio 1860.

» Firmato: Gio. Battista Bogatti».


Ultimamente, venne in Roma un abate Stellardi, cappellano regio di S. M. il re Vittorio Emanuele1, incaricato dal suo Sovrano della consegna di una lettera al Papa, relativa agli indispensabili motivi che egli aveva per occupare le Marche e l’Umbria.

Il S. Padre si ricusò di riceverlo ed ebbe intimazione del Governo di ripartire immediatamente.

Si dice che il cardinale Wiseman si recò, non ha guari, dal Papa a tributargli un atto di devozione e d’ossequio, a nome dei cattolici inglesi.

In tale circostanza, supplicò S. Santità a voler cedere, in qualche modo, alla urgenza delle circostanze politiche, per il meglio della religione.

Si aggiunge che il S. Padre lo congedò bruscamente e lo dispensasse di far parte, d’ora in poi, delle ordinarie congregazioni.


20. — Come si disse, quattro giovani della Sapienza idearono un indirizzo di devozione al Papa e ne promossero le soscrizioni.

Dopo il tumulto verificatosi in quella università per tale oggetto, il S. Padre volle conoscere i gio-

  1. L’abate Vittorio Emanuele Stellardi aveva portato al pontefice, nel settembre del 1859, una lettera che il re s’era deciso a mandargli per aderire alle reiterate istanze dell’imperatore Napoleone, e quindi un’altra, nel febbraio del 1860, che lo Stellardi stesso consegnò nelle mani di Pio IX.