Pagina:Diario di Nicola Roncalli.djvu/385


 1860  359

Le impugnature sono di oro massiccio con zaffiri e smeraldi. Le lame intarsiate di oro. Gli astucci di velluto cremisi con rabeschi alla rococò.

Sono del valore di cinquemila scudi l’una.

Una deputazione, che si dice composta del principe Gabrielli, Baroncino Gavotti e Silvestrelli, doveva presentarle.

Si aggiunge che il Governo pontificio facesse sentir loro che, al ritorno, non sarebbero stati riammessi negli Stati della S. Sede, e che così sospendessero la partenza1.

Il partito degli esaltati passò la parola d’ordine che nel prossimo carnevale non si debba prender parte ai divertimenti.

Nel teatro di Argentina si rappresentava una commedia dove il Pulcinella doveva uccidere due porci, il bianco, o il nero. La platea gridò: «il nero».

Difatti, su questo egli fece cadere la scelta ed allora vi furono applausi strepitosi.

La Polizia tenne agli arresti, per 24 ore, il Pulcinella Petito, napoletano.

Frattanto, temendosi che la dimostrazione dei 22 si rinnovasse nella sera seguente dei 23, la ritirata si mosse da piazza Colonna col seguente apparecchio militare:


  1. La spada per Napoleone III fu consegnata, in Roma, allo ambasciatore di Francia dal principe Gabrielli, dal marchese Gavotti e dal dottor Ippolito dei principi Ruspoli, quella per Vittorio Emanuele a lui stesso da Annibale Santangeli, Luigi Silvestrelli e Luigi Mastricola, che già erano in esilio. Nessuna minaccia fu fatta ai tre primi e nulla essi ebbero a soffrire per la presentazione della sciabola stessa.