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a latino, diceva, tra denti, una frase che gli restò impressa, cioè: «sicut erat in principio».


20. — Da un’ultima nota della Polizia, redatta ai 10 del corrente, si hanno altri 167 disertori, tanto nel reggimento di linea indigeno, quanto in quello estero.

Da alcuni giorni si era sparsa la voce che nel giorno 15 corrente si sarebbe eccitato un tumulto.

La Polizia adottò misure di precauzione.

Richiamò, per tale effetto, in Roma qualche centinaio di gendarmi che trovavansi sparsi nella Comarca; li distribuì di rinforzo alle brigate, e, fin dal mattino, fece attivare immense pattuglie a piedi ed a cavallo, alternate da quelle dei Francesi.

Del resto, il Papa andò tranquillamente alla solita cappella a S. Maria Maggiore e la pubblica tranquillità non fu menomamente alterata.

Il cardinale Antonelli, in quel giorno, intervenne al pranzo diplomatico del generale francese. Al di lui arrivo suonarono concerti musicali.

Nella mattina il generale de Goyon passò a rivista, a Villa Borghese, le sue truppe. Nessuna acclamazione a Napoleone, profondo silenzio.

Al Casino francese si espose il solito emblema nazionale con discrete luminarie, e le sale furono vuote; ciò in contrapposto delle grandi feste che si preparano a Parigi.


3 Settembre. — Nel giorno 29 agosto, l’ambasciatore di Francia ebbe un’udienza da Sua Santità, che durò dal mezzogiorno ad un’ora e mezza.