Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
1859 | 341 |
Nella mattina dei 13 si ricevette in Roma il dispaccio elettrico, contenente l’annunzio della pace, sulla base di una confederazione italiana, della quale il Papa sia presidente onorario.
Si crede, generalmente, che al Vaticano si ricuserà di accettare l’onorifica presidenza.
Il S. Collegio si riunisce quasi ogni giorno dal S. Padre.
Intanto, alcuni osservano che l’annunziata Confederazione è simile a quella che, nel 1805, aveva ideato l’abate Scipione Piattoli (Annali d’Italia, 1805, 26).
L’annunzio della pace fece una impressione sfavorevolissima anche nella uffizialità francese.
Si declamò, e si declama pubblicamente, per i caffè, contro Napoleone.
In quello sul cantone di strada Frattina, corrispondente sul Corso, condotto da Angelino Pennacchitti, detto il caffè Italiano, fu coperto, con un velo nero, il ritratto di Napoleone ed un fanatico giunse tant’oltre che, asceso sopra un tavolino, si offerse di partire per Parigi per trucidare il traditore d’Italia.
Intanto si ha notizia che Cavour, col ministero piemontese, si è dimesso.
Pasquino si è meravigliato nel vedere affisso per Roma un Avviso di uno speculatore il quale si propone, mediante certa polvere, di estirpare tutti gli scarafaggi che infestano questa dominante.
Naturalmente, credette che si parlasse dei preti.
20. — Si dice che sia stata trovata una lista di alcuni cittadini designati dai settari al pugnale.