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1859 | 339 |
Il priore dei Benedettini, che sofferse anche il saccheggio, venne a Roma in deputazione; ma si assicura che non fu ricevuto dal Papa.
Ai 24 giugno circolò per Roma una lettera che si disse scritta da Vittorio Emanuele sull’accettazione del protettorato delle Romagne. La medesima fu riconosciuta apocrifa e ritirata dalla Polizia francese.
Ai 26 giugno partirono da Roma altri cento volontari.
Nel giorno 29 furono trovate affisse per la città le presenti istruzioni segrete date dal cavaliere Mazio, sostituto del ministero delle armi, al colonnello Smith, per la presa di Perugia; cioè che, purchè si raggiungesse lo scopo, si mettesse la città ribelle a ferro, fuoco, saccheggio.
Le diserzioni pontificie proseguono da Viterbo, Foligno, Pesaro. Nel giorno 30 di giugno ne furono partecipate altre 50.
I Bolognesi liberarono, dal forte Urbano, tutti i detenuti politici.
Si dice che Napoleone III, in seguito alla enciclica del Papa, abbia cambiata politica riguardo al Governo pontificio.
Si aggiunge che alcuni scellerati abbiano compilato una confutazione alla enciclica stessa e, appoggiandosi maliziosamente ai Ss. Canoni, Concilii, S. Scrittura, Bibbia, ne verrebbero a dedurre la nullità delle censure ecclesiastiche comminate, ed il Papa incorso nell’eresia. Quindi si proporrebbe uno scisma.