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334 | diario roncalli |
quale, in sostanza, si diceva che Roma ed i paesi circonvicini erano in piena tranquillità e l’ordine essere affidato alle truppe francesi, come pure la sicurtà del Papa.
Al moto di Bologna, come è noto, fecero seguito altre città e specialmente Perugia, dove quel delegato, monsignor Giordani, abbandonò il posto.
Frattanto, essendosi smentita la voce che il Papa avesse invocato il soccorso dell’armata francese, per ridurre alla obbedienza i popoli ribelli, e ciò per mantenere la neutralità, questi rimangono in balia di loro stessi e lo spirito di ribellione serpeggia alle porte di Roma.
Infatti, nella piccola Rieti, fu inalberata la bandiera piemontese e francese.
Il Governo, in tale stato di cose, ordinò che il reggimento svizzero, stanziato in Roma, partisse immediatamente alla volta di Perugia per soggiogare quella popolazione. Infatti, partì nel giorno 14 corrente, a un’ora pomeridiana. All’ora della partenza ne mancarono all’appello 70.
Presso Civita Castellana incominciarono a discutere sul loro destino. Alcuni opinavano di disertare, altri di proseguire la marcia. Vennero alle armi, vi furono varii feriti e, tra questi, un maggiore con una baionettata in una coscia.
Ieri ne giunsero in Roma quattro in arresto.
I Perugini si barricarono, si munirono di armi e sono pronti a combattere per la loro indipendenza.
All’occorrenza avanzano armati dalla prossima Toscana.