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Riferì a Pasquino che cogli ultimi tre numeri fu vinta la tombola.

N. B. I numeri sono allusivi alle epoche rivoluzionarie 31, 48, 59.

Richiesto, quindi, che cosa d’interessante avesse veduto, rispose che per mare vide flotte, fregate e vascelli; per terra soldati, cannoni, baionette; per aria il Governo pontificio.

Ier l’altro disertò dalla Colonna, presso Tivoli, dove era di residenza, il gendarme Luigi Ferri.

Del resto, Roma è tranquilla e lo debbe essere maggiormente poiché la partenza delle truppe francesi non ha più luogo, siccome sembrava dovesse essere, se non in tutto, almeno in parte.

Circa le 3 dopo la mezzanotte, dal 6 al 7 corrente, un centinaio di volontari, tra studenti, pittori, scultori e mosaicisti, dopo di aver passato le prime ore della sera tra gli amici ed i bicchieri, si avviarono per Trastevere verso la Stazione.

Intanto andavano gridando a quando, a quando: «Viva la guerra, viva la Francia».

Ciò, naturalmente, richiamò l’attenzione della Polizia; il perchè furono all’istante inviati colà gendarmi e due compagnie di Francesi.

Giunti alla stazione, trovarono i vagoni tutti occupati da altri passeggieri. Era per derivarne un tumulto, ad evitare il quale, i Francesi invitarono i primi occupanti di gite di diporto, ed anche forestieri, a cedere il posto ai volontari, e così partirono tranquillamente, fra gli abbracci di una turba di amici1.


  1. Quanto narra qui il Roncalli non è vero; non furono mal fatti discendere i viaggiatori dai vagoni perchè vi salissero i volontari.