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L’iscrizione fu fatta in un’antica lapide esistente del livello dell’acqua per l’escrescenza del Tevere.

Nella sera dei 25, una turba di acclamanti si adunò nel Corso, tra la strada Condotti e quella della Fontanella di Borghese, presso il palazzo Ruspoli, dove è alloggiato il generale De Goyon, ed allorquando ritornava dalla Girandola lo salutò con gli «Evviva la Francia, evviva il Generale».

Si dice che tra la turba vi fosse il Duca di Sora ed il Duca Cesarini1.


Avviso dei 26 di Aprile 1859, riportato nel Giornale di Roma, numero 93.

«Alcune dimostrazioni pacifiche, ma pubbliche, hanno avuto luogo. Qualunque possa essere la nostra simpatia per i sentimenti che sono stati espressi, noi non possiamo permettere che si rinnovino. Ogni dimostrazione pubblica è un attentato diretto a turbare l’ordine, qualunque sia la bandiera o il motivo ch’essa prenda, ne derivano sempre misure dispiacevoli per coloro che ne sono vittima.

» La legge vieta tutti gli attruppamenti ed ingiunge che al bisogno siano dispersi colla forza.

» Posto qui d’ordine dell’Imperatore, per aiutare il Venerabile e Venerato Pontefice, e facilitare al suo Governo il mantenimento dell’ordine, io devo, come Comandante la forza pubblica, fare osservare la legge. Questo dovere, per quanto penoso esso sia,

  1. Crediamo che tra coloro che applaudirono il generale francese fosse bensì il duca Lorenzo Sforza Cesarini, uomo di sensi liberali, ma non già il duca di Sora, schierato nel campo avverso.