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1859 | 309 |
romano. Ma, avendo alcune opinioni non conformi a quelle della maggioranza, fu, con pretesti, rimosso dalla cattedra teologica, nel Collegio Romano e gli fu conferita quella di filosofia superiore nella Sapienza. Il P. Passaglia, disgustato forse da qualche attacco sostenuto coi Gesuiti, ai 29 di gennaio uscì dalla Compagnia con intelligenza del Papa e di pieno accordo del generale. Ai 31 comparve alla Sapienza vestito da sacerdote secolare e fu salutato dai discepoli con applausi strepitosissimi.
21. — La Polizia pontificia ebbe sentore che si preparassero bombe pel prossimo carnevale. Non tardò ad ottenere gli elementi più essenziali per divenirne allo scoprimento.
Infatti, nella sera dei 16 corrente, i gendarmi poterono sorprendere ed arrestare un Vincenzo Bonvicini, romano, già precettato politico, impiegato nelle strade ferrate, con franchi 200 al mese, mentre era intento ad una tale fabbricazione e, pel relativo effetto, si era procurata, sotto varii pretesti, la chiave di una oscura casa di un calzolaio in via della Vetrina, N. 9.
Le bombe erano composte di vasi di terra cotta, detti comunemente dindaroli, ovvero salva-denari. Questi, riempiuti di polvere sulfurea e chiodi, avevano, all’apertura, un cannello di legno colla sua miccia, quindi, circondati da legature di fil di ferro, erano ricoperti di gesso da presa.
Si rinvennero, e requisirono, otto di siffatte bombe confezionate e cariche, quattro libre di chiodi, cinque