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1849 | 11 |
attentato commesso in pregiudizio della Nostra Indipendenza e Sovranità, meritevole de’ gastighi comminati dalle leggi sì divine come umane. Noi siamo persuasi che al ricevere l’impudente invito sarete rimasti commossi da santo sdegno ed avrete rigettato lungi da Voi una sì rea e vergognosa provocazione.
»Ciò non ostante perchè niuno di Voi possa dirsi illuso da fallaci seduzioni e da predicatori di sovversive dottrine, nè ignaro di quanto si trama dai nemici di ogni ordine, di ogni legge, di ogni diritto, di ogni vera libertà e della stessa vostra felicità, vogliamo oggi nuovamente innalzare e diffondere la Nostra voce in guisa che vi renda vieppiù certi dello stretto divieto con cui vi proibiamo, a qualunque ceto o condizione apparteniate, di prendere alcuna parte nelle riunioni che si osassero fare per la nomina degli individui da inviarsi alla condannata assemblea. In pari tempo vi ricordiamo come questa Nostra assoluta proibizione venga sanzionata dai decreti dei Nostri Predecessori e dai Concilii e specialmente dal Sacrosanto Concilio generale di Trento (Sess. xxii. Cap. xi, de Refor.) nei quali la Chiesa ha fulminato replicate volte le sue Censure e principalmente la scomunica maggiore da incorrersi, senza bisogno di alcuna dichiarazione, da chiunque ardisse rendersi colpevole di qualsivoglia attentato contro la temporale Sovranità dei Sommi Romani Pontefici, siccome dichiariamo esservi già disgraziatamente incorsi tutti coloro che hanno dato opera all’atto suddetto ed ai precedenti, diretti a