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disprezzano e conculcano nella Capitale stessa dei Nostri Stati. Ma invece di ciò un nuovo e più mostruoso atto di smascherata fellonia, e di vera ribellione da essi audacemente commesso colmò la misura della Nostra afflizione, ed eccitò insieme la giusta Nostra indignazione siccome sarà per contristare la Chiesa Universale. Vogliam parlare di quell’atto, per ogni riguardo detestabile, col quale si pretese intimare la convocazione di una sedicente Assemblea Generale Nazionale dello Stato Romano con un Decreto del 29 dicembre prossimo passato per istabilire nuove forme politiche da darsi agli Stati Pontifici. Aggiungendo così iniquità ad iniquità, gli autori e fautori della demagogica anarchia tentano distruggere l’Autorità temporale del Romano Pontefice sui domini della Santa Chiesa, quantunque irrefragabilmente stabilita sui più antichi e solidi diritti, venerata, riconosciuta e difesa da tutte le Nazioni, col supporre e far credere che il di Lui Sovrano Potere vada soggetto a controversia, o dipenda dal capriccio dei faziosi. Risparmieremo alla Nostra dignità la umiliazione di trattenerci su quanto di mostruoso si racchiude in quell’atto abbominevole per l’assurdità della sua origine, non meno che per la illegalità delle forme e per l’empietà del suo scopo; ma appartiene bensì all’Apostolica Autorità, di cui, sebbene indegni, siamo investiti, ed alla responsabilità che Ci lega co’ più sacri giuramenti al cospetto dell’Onnipotente, il protestare non solo, siccome facciamo nel più energico ed efficace modo contro dell’atto medesimo, ma di condannarlo eziandio alla faccia dell’Universo, quale enorme e sacrilego