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 1852  261

Il pro-ministro scrisse a quel Delegato onde si fosse disposto il conveniente alloggio nel palazzo pontificio. Gli aggiunse la preghiera di evitare, possibilmente, che colà gli venissero fatte dimostrazioni , mentre il suo viaggio non aveva tate scopo.

La gita dei suddetti ministri e seguito sembra che non si limiterà a Senigallia soltanto, ma si estenderà ad Ancona, Bologna ed anche a Milano. In quest’ultima città il pro-ministro delle finanze si proporrebbe di accomodare le vertenze che vi sono tra la guarnigione austriaca ed il Governo pontificio.

Intanto, per tale viaggio, già si diedero le disposizioni perchè fossero allestite due carrozze di posta con la scorta dei finanzieri.

Alcuni vorrebbero raccomandata ai magnifici, agli illustri viaggiatori l’economia nei pranzi, per un caritatevole riguardo al Governo che ne sostiene la spesa, poiché, ultimamente, per un loro pranzo a Fiumicino, soltanto per un storioncino si spesero 17 scudi.

Frattanto la Depositeria è senza danaro, e sabato, 17 del corrente, come spesso avviene, fu chiusa poco dopo mezzogiorno per non esservi più fondi, e moltissimi mandati di pagamento non poterono essere realizzati dai possessori.

È vero, per altro, che il pro-ministro delle finanze, penetrato degli odierni bisogni, fa lavorare, con molta alacrità, nuovi Boni del tesoro, ed anche rame; ma, disgraziatamente, è più sollecito lo smaltimento della fabbricazione del numerario.