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16. — Ai 12 corrente, il pro-ministro delle armi presentò a S. Santità i militari ultimamente promossi. Tanto dell’avvenuto avanzamento, quanto della presentazione al Santo Padre si volle che il giornale ufficiale osservasse il più stretto silenzio.

Il vero motivo ignorasi; ma il pubblico crede di doverlo riferire alla illegalità tenuta nelle promozioni, per essersi, cioè, premiati coloro cui non concorrevano i giusti titoli e preferiti ad altri ai quali, per anzianità e merito personale, veniva, per dritto, la superiore considerazione. Ciò però che veramente si notò, con generale disapprovazione, fu che l’unico avanzamento che il pro-ministro diede nell’amministrazione sia stato nella persona di un tal Arati che venne promosso ad ispettore di 2a. A tutti è noto che costui, nelle passate vicende politiche, fu intendente generale del corpo de’ carabinieri, segretario del generale Galletti, da cui non si divise mai nel fatto d’armi di che ben meritò della repubblica. Sembra che tali meriti siano stati valutati anche dal pro-ministro delle armi.

In tale circostanza, Sua Santità diresse alcuni rimproveri al pro-ministro per non aver dato esecuzione ad un suo ordine relativo all’ammissione nei ruoli militari ad un giovine Forlivese pel quale la Santità Sua aveva manifestato il desiderio. Conchiuse col dirgli, essere a tutti noto che una premura del Sovrano ha forza di un comando.


19. — Ai 26 del corrente partiranno alla volta di Senigallia il pro-ministro delle finanze e del commercio, nonché Sterbini, Mazio e Benucci.