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19 Giugno. — Si assicura, generalmente, che i ministri pontifici fecero qualche rimostranza a Vienna relativamente alle truppe di occupazione. Osservavano , in particolar modo, che se ne faceva figurare un maggior numero del reale; che in Bologna vi era uno Stato Maggiore eccessivo, e perciò si chiedeva di diminuire la contribuzione di scudi 80.000 che paga il Governo pontificio.

Il comandante austriaco, istrutto di tale rimostranza, se ne offese, e dichiarò non esser anzi sufficiente ed esser doverosa la suddetta somma, e che ne pretendeva perciò una maggiore, unitamente agli arretrati dal principio dell’occupazione.

La somma arretrata si fa ascendere a due milioni di scudi.

Alcuni impiegati delle finanze assicurano che si sia inviato un acconto di scudi 800.000.

Si è stabilito di spedire a Vienna un tal Nonnini, uno dei principali impiegati nella computisteria Camerale, per coadiuvare il Nunzio nella liquidazione dei conti relativi all’occupazione militare.

Si assicura, da provenienza accreditata, che, dopo nuove rimostranze fatte a Sua Santità sugli attuali ministri, i medesimi, nel dì della Pentecoste, si consideravano come rinunciatarii, e di già si stabiliva un prossimo Concistoro. Se non che un abboccameuto di 20 minuti, tenuto da S. Santità col conte Mastai, bastò per paralizzare nuovamente ogni cosa.

Intanto proseguono le lagnanze sulla ingiusta ripartizione della tassa d’industria, ed il Governo,