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Altri poi, togliendo dalle botteghe di cappellai le mostre a tre pizzi, queste recarono in processione, a guisa di feretro, cantando il De profundis.

Quindi si cantò anche un Miserere, stampato, al ministro Rossi, le cui strofe è facile potersi immaginare. Esso terminava: Or che Rossi è nell’Inferno — Canti Italia in sempiterno — Laus tibi Domine.

Ecco la scomunica di cui è parola:


PIUS-PAPA IX

ai suoi amatissimi sudditi


«Da questa pacifica stazione, ove piacque alla Divina Provvidenza di condurci, onde potessimo liberamente manifestare i Nostri sentimenti ed i Nostri Voleri, stavamo attendendo che si facesse palese il rimorso dei Nostri figli traviati per i sacrilegi ed i misfatti commessi contro le persone a Noi addette, fra le quali alcune uccise, altre oltraggiate nei modi più barbari, non che per quelli consumati nella Nostra Residenza, e contro la stessa Nostra Persona. Noi però non vedemmo che uno sterile invito di ritorno alla Nostra Capitale, senza che si facesse parola di condanna dei suddetti attentati, e senza la minima garanzia che ci assicurasse dalle frodi e dalle violenze di quella stessa schiera di forsennati che ancora tiranneggia con un barbaro dispotismo Roma e lo Stato della Chiesa.

» Stavamo pure aspettando che le proteste e ordinazioni da Noi emesse richiamassero ai doveri di fedeltà e di sudditanza coloro che l’una e l’altra