Pagina:Diario di Nicola Roncalli.djvu/265


 1851  247

fumare, avendo raggiunto bastantemente il suo scopo politico, resta in loro libertà di riabbracciare l’abitudine.


23. — Ai 19 si fecero varie altre carcerazioni e molte perquisizioni personali e domiciliari, avendo la Polizia avuto sentore della promulgazione di qualche scritto o stampa clandestina. Però l’audacia dei repubblicani fu tale che, nello stesso giorno, affissero, in qualche pubblica contrada, e sparsero per Roma, una stampa, sottoscritta dal Comitato centrale degli Stati Romani, contenente un ringraziamento alla propaganda rivoluzionaria per l’esatto adempimento alle istruzioni del non fumare.

Nello stesso giorno fu diramato un indirizzo alla armata francese col quale si espongono le mene degli anti-repubblicani per tenerla sempre più divisa dalle simpatie del popolo romano e da quei principii politici che vorrebbero comuni.

Si pubblicò anche un terzo foglio, stampato, intitolato: «Le prigioni del 1851». Esso espone il trattamento dei detenuti politici che, a dir loro, è tale d’aver tolto già a sei ex-finanzieri la vita, ad altri il senno.


26. — Ultimamente fu inviato al generale Gemeau un canestro di mele col motto romanesco: «I Romani daran sempre di tali frutti al bravo generale».

N. B. Dar le mele in romanesco equivale a dar le busse.


30. — In Roma si osserva ancora l’astinenza dal fumo che, per lo innanzi, era un’abitudine quasi generale.